Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte.

 “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Haddon

è un libro che si legge in pochissimi giorni, se non addirittura in un’unica giornata quando si è molto curiosi di sapere cosa succede alla fine, anche perchè, ad un certo punto, la storia sembra prendere una brutta piega e si sente il bisogno, quindi, di scoprire cosa c’è dopo.
Il libro intero è un covo di curiosità e non vi spaventate se sembrano esservi capitoli in meno, non è un problema di stampa, ma è un dettaglio, come diversi altri, a cui l’ho scrittore ha pensato. 

Come è possibile leggere sul retro della copertina, questa storia parla di Christopher, un ragazzino di 15 anni che soffre della “Sindrome di Asperger”. Quando ho letto questa informazione, non mi son voluta documentare e ho preferito leggere senza alcun pregiudizio. Alla fine, una volta concluso il libro, ho svolto comunque le mie ricerche ed ho letto che questa sindrome è una parente dell’autismo, prevede disturbi comportamentali ed altro. Secondo il mio modesto parere, peró, Christopher è un ragazzino molto intelligente, molto curioso, molto razionale, molto coraggioso e per quanto riguarda la scarsa empatia mostrata, il fatto di non voler essere toccato, non penso possano essere collegati semplicemente e solamente a quel disturbo. Quanti di noi a volte desiderano starsene da soli, non essere toccati, quanti di noi hanno paura o semplicemente vergogna a parlare con degli sconosciuti? Adesso non voglio minimizzare il disturbo e le problematiche, ma come dice lo scrittore, questo libro non parla di Christopher, ma parla di ognuno di noi. È in questa ottica, quindi, che mi fa piacere che sia letto nelle scuole, perchè penso che sia un ottimo testo da adottare per una maggior sensibilizzazione e mi trovo nuovamente d’accordo con lo scrittore quando afferma di essere dispiaciuto che venga utilizzato per formare poliziotti o assistenti sociali nel comunicare e nell’interagire con ragazzi o persone affette da questa sindrome. 

Per i temi trattati, per la sensibilità e per l’empatia evocata, per la commozione provata, questo libro mi ha ricordato “Wonder” di R.J. Palacio, altro testo che consiglierei nelle scuole o come lettura familiare, qualsiasi cosa affinchè sia utile ad una maggior apertura mentale.

Prima di concludere il tutto, vorrei riportarvi una citazione tratta dal libro:

“Il Dottor Watson dice anche, sempre a proposito di Sherlock Holmes 

…la sua mente…era occupata nello sforzo di collegare questi episodi bizzarri e apparentemente sconnessi. 

È esattamente quello che sto cercando di fare scrivendo questo libro.”

L’autore ha deciso di lasciare carta bianca al suo personaggio, Christopher, il quale, a volte meglio di altre, tenta di dare un senso a diversi episodi scollegati e alla fine, non solo risolve il mistero del cane ucciso a mezzanotte, ma tanti altri misteri impensabili.

Spero che con queste ultime parole vi abbia trasmesso la curiosità che ho provato io nel leggere e mi auguro, quindi, che chi non abbia ancora letto questo libro lo faccia e chi l’ha letto, invece, che mi faccia sapere cosa ne pensa.

E ah mi sono dimenticata di dirvi che c’é anche un film tratto da questo libro, quindi, su su su documentiamociiiiiiiiiii!

A presto,

                                                      Anto 🙂

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. paolamastro ha detto:

    Ben detto…. si ama il libro, il personaggio di Christopher e ci si pongono un sacco di domande!

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    1. Ci si mette in dubbio, esatto!

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