Salvatevi questa data, perchè è un giorno più unico che raro, anzi unico e raro. Voglio dedicare questa recensione ad un libricino, per me paragonabile ad un mattone indigeribile, dal titolo “Il nero e l’argento” di Paolo Giordano.
Avevo letto di suo “La solitudine dei numeri primi” anni e anni fa e non potete capire quanto l’abbia amato.
In questo caso, invece, le pagine scorrevano lente; dovevo fermarmi nel bel mezzo di un capitolo, di un paragrafo e qualche volta anche di una frase. Facevo enorme fatica, eppure i personaggi sono pochi e tutto è scritto in prima persona. È dal punto di vista, quindi, di un lui che vediamo le vicende ed è probabilmente questa la prima volta che non sopporto la prima persona. Devo essere sincera, peró, sono quasi sicura che la colpa è mia se non ho capito il libro, perchè le ultime pagine mi sono piaciucchiate e ritengo che solo in queste si mostra il fulcro principale della storia. Se fossi stata io la scrittrice, la prima parte, quindi, le prime 80 pagine buone, le avrei tolte o almeno strutturate in modo diverso, peró alla fine comprendo Paolo Giordano. Egli voleva dimostrare quanto fosse stata importante la signora A., la sua forza, la sua tenacia, il suo carattere, la sua persona in toto, nella quotidianità di una giovane coppia e famiglia. Tanto importante che persino la sua essenza è valsa come collante.
Questo é quanto ho dedotto ed è un peccato esca fuori solo alla fine, a rendere poi più difficile il tutto è il tipico stile alla Mazzantini, avanti-indietro, e ri/indietro-ri/avanti, che mi fa storcere il naso.
Come si puó facilmente dedurre il mio giudizio non è positivo, ma voglio sottolineare il particolare che amo sempre scovare nelle mie letture: il significato del titolo; il nero e l’argento.
“In fin dei conti, non si è quasi mai felici o infelici per ció che ci succede, si é una cosa o l’altra a seconda dell’umore che ci scorre dentro, e il suo è argento fuso, il più bianco fra i metalli, il migliore fra i conduttori, il riflettente più spietato.”
“Ero sicuro che l’argento di Nora e il mio nero si stessero mischiando lentamente. Mi sbagliavo. Eravamo, a dispetto delle nostre speranze, insolubili l’uno nell’altra.”
Chi di voi ha letto questo libro? Qual é il vostro giudizio? Fatemi sapere!!
Alla prossima,
Anto 🙂