Con “L’universo nei tuoi occhi” (in lingua “Holding up the universe”, che ha molto più senso) sembro esser ritornata ai tempi di “La moglie del califfo”. Tutti, o quasi, l’avevano letto ed io con un po’ di ritardo mi ero messa in carreggiata alimentando la mia ship per i personaggi della storia. (P.S. Vi ricordo l’uscita del seguito il 27 Aprile. Pronti per sclerare ancora una volta insieme?) Anche con “L’universo nei tuoi occhi” sono in ritardo rispetto agli altri, seppur di poco. Non mi è partita la ship, forse non vi è neanche bisogno: sono stata una forte sostenitrice dei protagonisti e non posso far altro che essere felice per non essermi persa questa lettura. (Ringrazio la DeAPlanetaLibri per la copia digitale)
Ancora prima di iniziare, sapevo che la storia mi avrebbe tenuta incollata alle pagine, giá la copertina di per sè è magnetica. Devo ammettere, peró, che mi aspettavo il solito YA scontato, con i soliti adolescenti problematici. In questo caso, invece, sono più che soddisfatta. Si parla di due disturbi “comuni”: prosopagnosia e obesità. Jack è affetto dalla prima, probabilmente in seguito ad una caduta subita mentre giocava in giardino all’etá di 6 anni, mentre Libby soffre della seconda, in seguito alla perdita della persona a lei più cara.
È stato interessante scoprire che personaggi pubblici come Luciano De Crescenzo o Brad Pitt (ebbene sì, proprio lui) soffrano di prosopagnosia. Di cosa si tratta? Di un deficit percettivo che impedisce, a chi ne è colpito, di riconoscere i tratti del viso delle persone, persino quelli dei familiari. Insomma non è nulla da poco. Dall’altro lato, Libby neppure se l’è passata liscia. È arrivata al limite quando è rimasta bloccata in casa per il suo stesso peso, tanto da richiedere l’intervento di pompieri e altre forze.
Quando riprende la scuola e ad uscire di casa quindi, diventa nuovamente bersaglio di atti di bullismo. Ma la Libby di adesso è forte, riesce a reagire e diventa portatrice di uno dei più bei messaggi sociali. Accettarsi, accettarsi così come si è, noi solo siamo giudici di noi stessi (perdonate il gioco di parole) e non dobbiamo permettere a nessuno, e non dobbiamo permetterci, di giudicarci male.
Voglio mostrarvi la lettera che Libby ha deciso di divulgare nella sua scuola mettendosi letteralmente a nudo, avendo su solo un bikini viola.
Sei desiderata – di Libby Strout
<<Non sei desiderata.>>
Di recente qualcuno mi ha scritto questo in un biglietto anonimo. Vorrei proprio sapere chi si sente legittimato a dire una cosa del genere ad una persona. No, sul serio, rifletteteci.
<<Non sei desiderata.>>
É la cosa più meschina che possiate dire a qualcuno. In realtá quello che pensate é: ti schifo perchè sei grassa. Allora perché non lo dite? Voi non potete sapere se sono desiderata o no. Bè, vi dico questo: io mi sento desiderata e desiderabile. Che ci crediate o no, ho una famiglia e degli amici che mi adorano. Sono stata anche baciata. Non ho ancora fatto sesso, ma non perchè nessuno vuole, solo perchè non mi sento pronta. Sappi, VERME SCHIFOSO CHE HAI SCRITTO QUEL BIGLIETTO, che io sono una persona incantevole. Ho una forte personalità, una mente brillante, una grande prestanza fisica e corro come un lampo. Sono resistente e caparbia. Sono determinata ad avere successo nella vita perchè credo in me stessa. Non so ancora a che cosa mi dedicheró, ma sento di avere possibilità infinite. Puoi dire lo stesso di te?
La vita è troppo breve per perdere tempo a giudicare gli altri. Che diritto abbiamo di dire al prossimo come dovrebbe sentirsi o cosa dovrebbe essere? Perchè non cerchiamo di migliorare noi stessi, invece? Non ti conosco, ma sono sicura che anche tu hai qualche problema. Magari hai un corpo da modella e un viso perfetto, ma scommetto che anche tu nascondi delle insicurezze. Per esempio, non avresti mai il coraggio di mostrarti davanti a tutti con addosso solo un bikini viola. E a tutte le altre dico: siete desiderate e desiderabili. Grasse e magre, alte e basse, carine o bruttine, estroverse o timide. Non permettete a nessuno di sostenere il contrario. Nemmeno a voi stesse.
Soprattutto a voi stesse.
È questa lettera che mi ha commosso più di tutto e non perché mi sono immedesimata o perchè provavo pena, ma perchè trovavo ingiuste le cattiverie e le angherie che una ragazza, ma il discorso sarebbe stato identico per qualsiasi essere umano, ha dovuto sopportare. Non so se al suo posto io avrei avuto la stessa forza, ma ho pianto per lei, per il suo coraggio, per la sua determinazione. Di tutte le critiche, di tutti gli sfottò, Libby ha sempre cercato di trarne il positivo. Attenzione: non giustificava queste persone ignobili, ma ne traeva il positivo per lei stessa, per crederci e per continuare a farlo. Perchè Libby e mio caro lettore, siete tutti desiderabili.
Al di là di questo, vi é un intreccio delle vite di Libby e Jack ovviamente; non poteva essere altrimenti, no? Si fidanzeranno, non si fidanzeranno? Chi lo sa..
Sta a voi scoprirlo se vi va di saperlo!! Leggete questo libro; anche per il solo gusto di giustizia per tutte le persone bullizzate senza un reale motivo. Se lo avete già fatto cosa ve ne pare? Cosa ne pensate?
Anto 🙂