Pietro è solo uno dei tanti bambini che frequentano o hanno frequentato la scuola paritaria “Saint Denis” di strada Val San Martino Superiore a Torino, dove Angela Maria Borello, la scrittrice, ne è direttrice.
Il libro è intitolato “Maestra, che ne sarà di me?” e raccoglie tante tante altre affermazioni del genere, perchè l’autrice ha avuto la brillante idea di trascrivere, quando, come e dove venivano dette, le riflessioni dei suoi alunni incontrati negli anni. All’inizio era un semplice taccuino personale, ma quando, dopo anni, si è trovata a piangere, ridere e meravigliarsi per le parole, ha deciso di renderci tutti partecipi scrivendo un libro, ed io non posso essere più felice.
Tenete presente il libro e l’omonimo film “Io speriamo che me la cavo”? Bhè “Maestra, che ne sarà di me?” ha lo stesso intento, ovvero dar voce ai bambini, perchè i bambini (e non lo dico tanto per) sono una fonte inesauribile di saggezza, di curiosità, di stupore, di fantasia, di amore, di scoperte e di avventure.
E’ un libro che se si vuole, si può leggere anche in poche ore, ma io penso, invece, che va tirato fuori quando si è tristi, quando si vuole viaggiare con la mente o quando si ha voglia di farsi due risate. Ci sono citazioni di ogni tipo e l’autrice le ha separate in base all’età dei bambini che le hanno pronunciate. Si tratta, quindi, di un viaggio all’interno della testa di un bambino. Si nota la crescita e con essa la profondità dei perchè, dei pensieri e delle emozioni.
P.S. Se fossi una mamma di Torino ci farei una pensata per questa scuola. Le opportunità che offre sono vastissime!!
Il bambino fra i due e i tre anni
è in fase di plasmazione. Scopre se stesso attraverso la relazione con l’altro ed ha l’esigenza di “provare a fare da solo”.
Mamma, lo sai che Luna (il cane della scuola) è morta? E’ morta nel cielo e nel mio cuore… senti… senti come batte il mio cuore… ascolta… lo senti? E’ Luna che corre.
Caterina, 2 anni
Mi si avvicina con occhi contenti, mi tocca il braccio e mi dice: “O sai io sono mozionato che oggi riva mio papà?”
Giulio, 2 anni
Il bambino fra i tre e i quattro anni
inizia ad avere la consapevolezza di un “sè unico”, diverso da quello dei genitori; sempre più consapevole il viaggio alla ricerca della propria individualità. Inizia ad affermarsi con la negazione, disobbedendo e trasgredendo le regole. Si sviluppano a questa età i primi pensieri logico-matematici, e il fare ordine e la reiterazione sono giusti mezzi per formare l’intelligenza. E’ il periodo, inoltre, in cui si è interessati alla scoperta delle differenze, in cui il linguaggio si evolve e in cui ogni cosa si trasforma in un “perchè?”.
Durante la vendemmia:
“Bambini potete raccogliere solo le mele a terra.”
Luca va a scuotere un albero.
“Luca, ho detto a terra!”
“Ma io le raccolgo a terra!”
Luca, 3 anni
Arriva da me arrabbiatissima:
“Maestra, Caterina continua a leccarmi i capelli.”
Chiedo a Caterina: “Ma è vero?”
“Eh sì”
“Ma perchè lo fai?”
“Perchè volevo sapere che gusto avevano.”
Caterina, 3 anni
Il bambino fra i quattro e i cinque anni
sviluppa un pensiero autonomo e vive intensamente le emozioni. E’ il periodo in cui, però, si cerca di manipolare l’adulto, di porsi come vittima degli amici per poter ottenere privilegi e scorciatoie. Il gioco inizia ad essere pensato, immaginato e strutturato verbalmente. Il confronto con i compagni si fa intimo, la condivisione di idee, progettualità e vissuti crea l’amicizia, inizia, infatti, la cooperazione per un fine comune, determinato e sviluppato insieme. Il bambino è pronto per imparare a perdere e il suo ragionamento diventa deduttivo, dalla richiesta dei perchè si passa alle riflessioni personali. Le differenze di genere si trasformano in innamoramento. A questa età il bambino realizza che il fine ultimo è la morte e in concomitanza con l’aprirsi al mondo spirituale, si verifica un’importante espansione delle attitudini creative.
“Maestra, lo sai che io in questa scuola mi sento capita?”
“Che bella cosa dici!”
“Sì, ero nuova e voi mi avete accolto.”
Claudia, 4 anni
Siamo sulla torre medioevale di Palazzo Madama:
“Maestra, lo sai che a guardare da qui mi vengono le lentiggini?”
Leo, 4 anni
Il bambino fra i cinque e i sei anni
prova emozioni conosciute e approfondite secondo criteri presi dalle situazioni che accadono durante la giornata. La rabbia e l’aggressività sono ricondotte a un valore costruttivo, affrontate con il dialogo e il confronto in modo spontaneo. Questo è il periodo in cui si affrontano gli aspetti fragili del proprio io e l’io si amplifica nel “noi”. Il gruppo si pone obiettivi e li persegue, nasce qui il sentimento di fratellanza e solidarietà. I ragionamenti adesso sono formulati, riflettuti, sperimentati e accertati. Non vengono più chieste conferme, ma si comunicano comprensioni personali acquisite.
“Angelo, perchè hai picchiato Ludovico?”
“Perchè ho paura che non mi vuole bene.”
“Ma se gli fai male come può essere contento?”
“Ma così si accorge che ci sono”
Angelo, 5 anni
Matteo viene da me da solo, mi dà una gomitata e dice:
“Hai visto come ho saputo metterle d’accordo?”
“Eh, ho visto, e come hai fatto?”
“Con le donne bisogna saperci fare e io ho capito come si fa!”
“E come si fa?”
“Si fanno ridere!”
Matteo, 6 anni
Non voglio rovinarvi tutta la sorpresa, questo era solo un piccolo assaggio per convincervi della bellezza e della simpatia del libro!!
N.B. Quanto ho scritto per ogni fascia d’età non me lo sono inventata o l’ho rubato a qualcuno, ho semplicemente fatto un taglia e cuci di quello che l’autrice ha scritto come introduzione alle varie parti del libro.
Fatemi sapere se avevate adocchiato questo libro, se lo avete letto, se siete curiosi e volete qualche altra frase!!
A presto,
Anto 🙂
È stupendo! Credo andrò subito a comprare questo libro *-*
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Fai bene perchè é fantastico!!
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P.S. Una volta letto fammi sapere che ne pensi 🙂
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Certamente 😍
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