Allora, allora, allora..
rassegnatami ormai al fatto che tutti gli YA presentano personaggi defunti, ragazzini problematici e storie d’amore, mi sono lasciata travolgere dal tornado del momento, dal libro più chiacchierato del momento, ovvero “Io e te come un romanzo” – Cath Crowley, che la DeA ha avuto la gentilezza di inviarmi.
All’inizio ero un po’ dispiaciuta del cambio di titolo e di copertina; avrei di gran lunga preferito questo ↓
quando ho avuto la mia copia tra le mani, però, ho rivalutato il tutto, apprezzandola.
E’ una notte d’estate e Rachel sta per trasferirsi, vorrebbe poter salutare tutto ciò che ama e che sta per lasciare, più di tutto Henry, suo migliore amico da 10 anni, di cui è segretamente innamorata. Come addio gli lascia una lettera in cui dichiara i suoi sentimenti, ma a causa dell’intromissione di una terza persona, quella lettera non avrà mai risposta (e intelligentemente in tre anni non ci sarà mai una volta in cui Rachel chieda spiegazioni. Ma perchè, mi domando. PERCHE’?). Rachel, comunque, delusa, decide di ricostruirsi una nuova vita, una volta lontana da Henry. Le lettere che i due si scambiano diminuiscono, diventano sporadiche email, per poi trasformarsi in silenzio assoluto. Rachel avrebbe realmente potuto metter fine alla sua delusione d’amore se il fratello non fosse morto tragicamente e lei non avesse sentito il bisogno di ritornare lì dove era stata bene, da Henry e dai suoi libri. Riuscirà a ritrovare nuovamente la pace interiore? Scopritelo leggendo!
Il libro non sarebbe stato diverso dagli altri se la storia fosse stata solo questa. Io, più di tutto, infatti, ho amato il livello di casini (posso scrivere la parola casini, vero?) affrontati in questo libro. I personaggi non sono solo Henry e Rachel, ogni volta vengono aggiunti degli altri, ogni volta vengono aggiunte nuove lettere, e tutto si intreccia, tutto si ingarbuglia. Qui entra in gioco, quindi, la bravura del lettore! Bisogna essere attenti, bisogna seguire i vari dettagli disseminati tra le pagine; come i sassolini che Pollicino ha usato per ritrovare la via del ritorno, così noi seguiamo i dettagli per trovare la soluzione, e ci si arriva, fidatevi, state attenti che la soluzione si trova!
Soprattutto all’inizio, bisogna focalizzarsi bene su ciò che si legge anche per un altro motivo. Io avevo pensato che dipendesse dalla traduzione, invece, leggendo delle recensioni inglesi ho capito che è proprio dipeso dalla scrittrice e cioè alcuni passaggi sono un po’ contorti, quindi, si crea una confusione che ti “obbliga” quasi a rileggere le pagine precedenti per riprendere in mano il filo del discorso. Poi, però, la storia diventa fluida, ti rapisce e quindi si leggono pagine e pagine senza rendersi conto del tempo che passa.
Altre due frecce a favore sono rappresentate dal fatto che 1. mi è piaciuto troppo il rapporto tra Rachel ed il fratello; il libro non dice se siano gemelli o meno, ma quando leggevo, la loro sintonia era così forte che sembrava vivessero in simbiosi da sempre, dall’utero materno insomma; 2. ho trovato bella l’idea di introdurre ogni capitolo con una frase cerchiata estrapolata dalle pagine a seguire. Era divertente, quindi, scovare e comprenderne il contesto.
Il mio giudizio è di 4 stelline su 5. Il vostro, invece?
Vi è piaciuto? Vi andrebbe di leggerlo?
Fatemi sapere,
Anto 🙂