Olga di carta – Jum fatto di buio

“Siamo lumini che attendono di splendere, il buio non ci appartiene.”

È inverno a Balicò, il villaggio è ammantato di neve e si avvicina il Natale. Gli abitanti affrontano il gelo che attanaglia la valle e Olga li riscalda con le sue storie. Ne ha in serbo una nuova, che nasce dal vuoto lasciato dal bosco che è stato abbattuto. Quel vuoto le fa tornare in mente qualcuno che anche Valdo ricorda, perché quando conosci Jum fatto di Buio non lo dimentichi più. È un essere informe, lento e molliccio, senza mani né piedi. La sua voce é l’eco di un pozzo che porta con sé parole crudeli e tutto il suo essere é fatto del buio e del vuoto che abbiamo dentro quando perdiamo qualcuno o qualcosa che ci é caro. Jum porta con sé molte storie, che fanno arricciare il naso e increspare la fronte, e tutte sono un dono che Olga porge a chi ne ha bisogno. Perché le storie consolano, alleviano, salvano e soprattutto, queste, fanno ridere.

La scorsa recensione mi ha suscitato emozione perché finalmente ho ripreso a scrivere dopo tanto tempo, questa volta più che essere emozionata sono impacciata e agitata, come al mio primo appuntamento.

Il motivo risiede nel fatto che devo descrivervi un libro che mi ha fatto impazzire (nel senso positivo del termine); si tratta di “Olga di carta – Jum fatto di buio” che non a caso ho eletto “libro rivelazione dell’anno”.

Per prima cosa: grazie, grazie, grazie mille alla casa editrice Salani per avermi dato l’opportunità di leggerlo!!

Quando il libro mi é arrivato a casa, l’esclamazione a caldo é stata “wow”, perché dai come si fa a non restare affascinati dalla copertina? Poi gli wow si ripetevano ad ogni pagina perchè ci sono disegni eccezionali, così particolari e straordinari.

É il terzo libro in questo periodo con dei disegni e li adoro! Sono un fantastico valore aggiunto alla narrazione. Volete un assaggino? Giuro che non vi rovino la sorpresa!!

Quando ho iniziato la lettura, ad esser sincera, ho avuto qualche difficoltá, non avevo neanche capito che Olga e Papel fossero la stessa persona; rispettivamente il nome ed il cognome della nostra protagonista.

Che poi guardate la finezza, “papel” significa “carta” ed io l’ho scoperto solo dopo aver concluso il libro, navigando su Instagram.

Dopo giá i primi capitoli, però, avevo capito che dietro la facciata di favola della buonanotte si celasse qualcosa di più profondo, di più articolato e me ne sono accorta man mano che mi affezionavo ad Olga, al suo fidato cane Valdo e a tutti gli abitanti di Balicò, a qualcuno più, a qualcuno meno.

E sapete perché? Perché ho afferrato la luce interiore di Olga. È nata con il dono di narrastorie, aveva una storia cucita alla perfezione su ognuno degli abitanti, ecco perché seppure ci siano toni magici nelle sue parole é facilmente deducibile una morale. Erano semplicemente commoventi, una più bella di un’altra le sue storie, ma ce ne sono state alcune insuperabili!! Insuperabili!!!!

I motivi per i quali ho amato questo libro non sono finiti qui. É proprio grazie a quanto sto per dirvi che l’ho proclamato libro rivelazione.

Leggevo alcune descrizioni della storia quando mi son detta “queste descrizioni mi ricordano proprio “Fairy Oak””, qualche sera dopo, sfogliando il libro ho notato che erano riportati i libri Fairy Oak, scoprendo che la scrittrice sia la stessa!! Potreste non credermi, ma io avevo fatto proprio questo collegamento, senza sapere che Elisabetta Gnone fosse la scrittrice di entrambi. Cosa sconcertante é che io ho letto tutta la saga di Fairy Oak da piccola e ho sempre pensato che la scrittrice fosse straniera! Questo filo rosso che ci collega ha fatto sì che ritagliassi un bel posticino nel mio cuore solo per Olga e le sue storie.

Voi l’avete letto? Sono sicura che vi affezionereste allo stesso modo. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Anto 🙂

Un commento Aggiungi il tuo

  1. wwayne ha detto:

    Rieccomi! Ma non lo aggiornate più il vostro blog?

    "Mi piace"

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